Si dice partitura o spartito?

Partitura

Penso sia capitato un po’ a tutti gli appassionati di musica a un certo punto avere questo dubbio: è più corretto dire partituraspartito? E che significa parte? Sono tutti sinonimi? Che differenza c’è?

Intanto, non sono esattamente la stessa cosa. Infatti, benché si tratti pur sempre di musica stampata, a seconda della finalità a cui è destinata esistono delle differenze di significato…

Ecco di che si tratta, nel dettaglio.

PARTITURA

Una partitura (cosa diversa dallo spartito) è un brano musicale scritto in cui è riportato l’insieme delle parti che ciascuno strumento che deve suonare. Ogni pagina, quindi, offre una vista complessiva dell’insieme delle parti.

Le partiture vengono impiegate sia per lo studio della composizione che per le esecuzioni dal vivo, in cui sono impegnati numerosi musicisti e strumenti diversi, come orchestre o bande. Sono quei libroni che il direttore d’orchestra tiene d’occhio davanti a se quando dirige un concerto: in pratica, ci si trova scritto tutto quello che deve essere suonato da ciascuno strumento.

Ad esempio, la partitura di una Sinfonia di Beethoven, in ogni pagina conterrà tutte le parti scritte da Beethoven per tutti gli strumenti. Effettivamente, le pagine di certe partiture orchestrali possono diventare piuttosto affollate e difficili da leggere, dovendo contenere a volte decine e decine di righe sovrapposte.

Ecco perché spesso i fogli di una partitura sono piuttosto grandi. Diciamo che la partitura è il documento che contiene TUTTI i dettagli del pezzo che deve essere suonato (cioè quale strumento deve suonare, cosa deve suonare e quando).

Segue un esempio di partitura.

Partitura

Esempio di partitura: il celeberrimo inizio della 5a Sinfonia di Beethoven. Da notare come ciascun rigo orizzontale (pentagramma) si riferisca ad uno specifico strumento, il cui nome è indicato a sinistra del rigo stesso. Si legge da sinistra a destra, considerando come sincronizzati tutti i righi musicali sovrapposti parallelamente.

PARTE

La parte è l’estrazione del contributo di uno specifico strumento dalla partitura di origine. In pratica, una parte è uno “smembramento” – se così si può dire – della partitura da cui deriva e si riferisce appunto ad una sola parte, cioè è destinata ad essere letta dallo strumentista di uno specifico strumento.

Nell’esempio di una sinfonia per orchestra, mentre il direttore d’orchestra leggerà la musica nella sua partitura (dove tiene sotto controllo tutti gli strumenti), ciascun orchestrale che suona avrà invece davanti a se solo la parte del suo strumento (ci sarà quindi il violinista che legge la parte del violino, il flautista che legge la parte del flauto, e così via). La parte è sempre tratta da una partitura di provenienza.

Segue un esempio di parte.

Parte

Esempio di parte, in questo caso del Violino, tratta dalla precedente partitura. Questo è ciò che legge e suona ciascun violinista dell’orchestra.

SPARTITO

Con spartito ci si può riferire a tre concetti leggermente diversi tra loro (da cui segue una possibile confusione, che cerco subito di chiarire):

  1. Lo spartito si può intendere un pezzo di musica scritta destinata ad un singolo esecutore. Ad esempio, un pezzo di Giovanni Allevi scritto per pianoforte solo, viene letto in uno spartito e non certamente in una partitura, visto che è pensato per il pianoforte solo. La stessa cosa si potrebbe dire di un pezzo di Chopin scritto per pianoforte solo o di uno di Paganini scritto per violino solo.
  2. Lo spartito si può intendere a volte come sinonimo di parte, cioè quel contributo di un singolo strumento ad una compagine strumentale più grande (vedi sopra).
  3. Con spartito, infine, ci si può riferire anche ad una riduzione cioè un riadattamento di una partitura più grande, affinché sia affidata ad uno o ad altri strumenti rispetto a quelli di origine; per esempio un riadattamento per voce e chitarra di una canzone originariamente pensata per una rock band. In questo caso, solitamente questa pubblicazione viene chiamata spartito con accordi perché contiene sia la melodia del brano (interpretata dal cantante o da uno strumento solista), scritto usando un solo rigo, sotto al quale si possono leggere le parole della canzone e sopra al quale si trovano indicati gli accordi per chitarra, spesso espressi con lettere dell’alfabeto (cioè usando la notazione letterale anglosassone) o con simboli grafici decifrati a colpo d’occhio dal chitarrista (le cosiddette intavolature) che gli consentono di impostare gli accordi con la chitarra.

 

Segue un esempio di spartito (nel senso di pezzo nato per strumento solista).

Spartito Chopin Notturno

Esempio di spartito: Chopin, Notturno Op. 9, n.1 per pianoforte solo

Segue un esempio di spartito (nel senso di riduzione per strumento solista, in questo caso pianoforte, di un pezzo originariamente pensato per una compagine multi-strumentale).

Spartito per piano

Esempio di spartito della 5a Sinfonia di Beethoven trascritto da F. Liszt per pianoforte solo

Segue un esempio di spartito con accordi

Spartito Carnevale di Venezia

Esempio di spartito con accordi: la melodia tradizionale “Carnevale di Venezia”. Si notino le parole (scritte sotto al rigo) e le indicazioni degli accordi sopra al rigo, sia nella notazione alfabetiche che nella forma grafica di intavolature per la chitarra.

Allora, è tutto chiaro adesso?

Se hai domande da fare, inseriscile pure nei commenti in basso 😉

Sarò lieto di risponderti.

Alla prossima,

Joseph Arena

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