Registrare con l’orchestra

Questa settimana abbiamo intervistato Adriano Aponte, giovane compositore di colonne sonore, già premiato e conosciuto autore nel panorama californiano di Los Angeles e Hollywood. Adriano ha condiviso con noi di ArenaMusicale alcuni aspetti della sua esperienza lavorativa, in special modo le registrazioni per colonne sonore orchestrali.

Adriano, spiegaci innanzitutto chi sei e cosa fai

 

Adriano: Sono Adriano Aponte, compositore di musica per immagini. Mi occupo della realizzazione di colonne sonore per il cinema, cortometraggi, spot televisivi, video games ed in generale tutto ciò che riguarda i MEDIA.

Sono orchestratore, arrangiatore, MIDI programmer e produttore musicale. Sì, questa professione ha mille sfaccettature e mi impegno per essere un compositore a 360 gradi.

Tu ti occupi di creazione di musica orchestrale, specie per colonne sonore. Ci spieghi qual è stato il tuo percorso per arrivare fino a questo punto?

 

Adriano: Ho iniziato a studiare pianoforte all’età di circa otto anni nella mia città Natale: Napoli. Mi sono poi progressivamente interessato alla composizione fino a intraprenderne lo studio presso il Berklee College of Music di Boston, specializzandomi infine con un Master’s Degree in Scoring for Film, Television and Video Games (Berklee, Valencia Campus).

E’ stato un momento quasi catartico quello in cui ho deciso di dedicate anima e corpo al mondo delle colonne sonore. L’interesse per il cinema si è sviluppato nel corso degli anni e, unito alla quasi ossessiva passione per la musica, ha dato vita alla mia attuale professione.

Quanto conta – secondo te – il talento innato per la musica rispetto allo studio accademico per riuscire ad ottenere la padronanza del mestiere di musicista?

 

Adriano: Io credo che la domanda da porsi sia: quanto sei disposto a sacrificare per la musica, che come qualsiasi altra disciplina o arte, richiede l’impiego di molte energie.

Il talento – che è un concetto così astratto per me – può essere certamente di auto nella misura in cui vi è una predisposizione allo studio della materia. Credo però che sia fondamentale approfondire la conoscenza a un livello accademico per riuscire ad avere consapevolezza di ciò che si sta facendo.

Lo studio è uno strumento attraverso il quale il talento, se così vogliamo definirlo, trova la sua strada. Inoltre, credo che l’esperienza accademica crei anche un momento di confronto continuo con colleghi ed insegnanti che trovo fondamentale per la crescita professionale ed umana.

Adriano Aponte

Adriano Aponte

 

Qual è il processo che usi per tradurre in musica un’idea che ti ha passato un committente?

 

Adriano: E’ sempre molto difficile rispondere a questa domanda: il processo che trasforma l’idea in musica. Io credo che bisogna partite dal concetto che la musica non è altro che un linguaggio.

Una vera e propria lingua se vogliamo. Una lingua che cerco di parlare nel modo più chiaro possibile, in modo da essere compreso da tutti, soprattutto considerando la sua funzionalità all’immagine.

Quindi probabilmente il passaggio è proprio quello di tradurre una cosa astratta – quale per esempio un’idea – in una cosa forse ancora più astratta che è la musica, la quale però regala emozioni concrete. Credo sia un processo estremamente interiore che mi vede travolto da una serie di sensazioni che scorrono nella mente. Spesso sono legate a ciò che vedo, ciò che ricordo, altre volte pura fantasia… ma la verità è che non the lo so spiegare 😉

Ci spieghi la differenza tra editore (= publisher) e autore della musica?

 

Adriano: L’autore della musica è colui il quale compone la colonna sonora, il brano e così via, è colui il quale mantiene la paternità dell’opera. L’editore è invece chi si occupa della promozione della tua musica ed aumenta le possibilità del suo impiego, talvolta anche indipendentemente dal progetto a cui la musica stessa è legato. Naturalmente questo comporta una divisione al 50% dei compensi.

Tu consiglieresti di affidarsi ad un editore? Quale?

 

Adriano: Considero l’editore una sorta di angelo custode. Nel mare digitale moderno è facile perdersi e c’è il rischio che la propria musica non trovi lo spazio adeguato o, peggio, vada in mano di chi non è in grado di gestirla. Sono molte le offerte di edizione musicale dove la musica finisce in librerie digitali senza alcun reale profitto, consiglio dunque di raccogliere informazioni attendibili prima di sottoscrivere contratti editoriali.

Quali strumenti usi per comporre la tua musica?

 

Adriano: Cerco di utilizzare la tecnologia in maniera produttiva, preservando allo stesso tempo il vecchio modo di comporre musica.

Il mio approccio dipende molto dal tipo di progetto al quale sto lavorando. Se la musica richiesta è di tipo orchestrale, faccio diversi schizzi a matita che poi completerò e orchestrerò in programmi di notazione musicale.

Spesso l’ispirazione viene al pianoforte, dove mi rifugio sempre molto volentieri. Altre volte comincio a comporre direttamente in programmi di notazione, sorvolando sugli schizzi, soprattutto se ho la necessità di registrare le musiche nel breve periodo e preparare partiture e parti.

Ancora, mi capita di comporre direttamente nel DAW in particolar modo quando devo preparare dei provini per registi o produttori.

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Adriano Aponte – Abbey Road Studios

A chi ti affidi per collezionare i diritti d’autore?

 

Adriano: I miei diritti d’autore al momento sono tutelati dalla SIAE. Ma esistono altre società che svolgono lo stesso servizio, più o meno ne esiste una per ogni paese…

Ovviamente ci sono quelle più convenienti e quelle meno… C’è una discreta scelta per la tutela.

Dopo che la musica è stata composta, quali sono i diversi passi che bisogna seguire per farla eseguire e registrare da un’orchestra dal vivo?

 

Adriano: La realizzazione di una colonna sonora prevede più fasi che, in una grossa produzione, sono spesso affidate a più squadre di persone.

Si passa dal concepimento dei temi da parte del compositore fino alla distribuzione delle parti sui leggii degli orchestrali appena prima della registrazione.

Nel mezzo ci sono una serie di figure quali orchestratore, MIDI programmer, music editor e… proofreader…quest’ultimo colui il quale si assicura che tutto sia scritto correttamente senza errori o sbavature, onde evitare brutte sorprese in sede di registrazione.

Il tempo è denaro – come si dice – ed esso non può essere sprecato. Per questo parti e partiture devono essere chiare e perfette in modo che l’orchestra sia in grado di interpretare la musica al meglio, nel minor tempo possibile.

Altro elemento importante: bisogna andare in studio con le idee ben chiare sul sound desiderato, conoscendo la propria musica a menadito in modo da esser pronto a cambiare anche il minimo dettaglio, all’occorrenza.

Quali strumenti usi per la trascrizione della partitura?

 

Adriano: Se la musica è stata composta in un DAW o a matita, utilizzo i più comuni programmi di notazione quali Sibelius e Finale.

Quali sono i costi di una registrazione dal vivo?

 

Adriano: Dipende molto da quanti elementi si vogliono registrare, quanto tempo e soprattutto dove. Abbey Road – a Londrapuò essere ad esempio molto caro rispetto ad altri luoghi…

Quali sono le figure chiave da conoscere per organizzare una sessione di registrazione live?

 

Adriano: Dipende molto dal budget che si ha a disposizione. Esiste la figura del contractor il quale fa da tramite tra la produzione, l’orchestra e lo studio di registrazione, altre volte l’editore può interessarsi all’organizzazione nel momento in cui ha contatti e accordi con lo studio…

In altre ipotesi il compositore ha un rapporto diretto con lo studio e i musicisti e, pertanto, può occuparsi personalmente della faccenda.

Si deve viaggiare per fare questo lavoro?

 

Adriano: Oggi viaggiare non è indispensabile grazie alla possibilità di fare delle remote recording sessions. Si è in comunicazione diretta con lo studio di registrazione, comunicando tramite Skype e interagendo con il direttore di orchestra e l’eventuale produttore in loco.

Alla fine si attende che la session venga inviata ed il lavoro di post-produzione può avere inizio!

I tempi di organizzazione di una remote session sono variabili ma per prenotare un grosso studio è sempre meglio muoversi in largo anticipo.

Adriano Aponte - Abbey Road Studio

Adriano Aponte – Abbey Road Studio

Quali sono i punti più importanti da tenere in considerazione e gli errori da non fare?

 

Adriano: La registrazione in uno studio è sempre un momento estremamente delicato, dove si somma il nervosismo del compositore a quello del regista, produttore e chiunque abbia un interesse economico o artistico nel film. In quanto compositori sentiamo una grossa responsabilità affinché il reparto audio sia perfetto, e dopo tante ore spese è giusto pretendere il massimo dal proprio lavoro.

Consiglierei di presentarsi alla registrazione molto sicuri di sé e di ciò che si vuole ottenere. Idee e soluzioni alternative nel caso in cui il sound non sia quello sperato devono essere a portata di matita.

Bisogna infine considerare che anche i musicisti possano soffrire lo stress di una registrazione, sono esseri umani e non MIDI keyboard 😉

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Quali ”consigli finali” vorresti trasmettere a tutti gli amici di ArenaMusicale?

 

Adriano: Non mettete limiti alla costruzione della vostra identità musicale e soprattutto non mettete limiti al vostro ascolto quotidiano.

Come si fa ad approfondire la conoscenza con il tuo lavoro e a restare in contatto con te?

 

Adriano: Potete seguirmi sui maggiori social da Facebook a Youtube, Vimeo.

Il mio website è www.adrianoaponte.com

Saluto tutti gli amici di ArenaMusicale, grazie mille per questa intervista e buona musica tutti!

 

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