Cos’è il Music Licensing e come ti fa guadagnare – Parte 2

Music Licensing

Proseguiamo il nostro percorso alla scoperta del music licensing e dei modi con cui può farti guadagnare.

Nella puntata precedente dedicata a questo argomento abbiamo già visto cos’è il music licensing e come funziona.

Se sei interessato a questa fonte di guadagno, prima di andare avanti nella lettura, ti consiglio di dare un‘occhiata alla Parte 1.

Qui vedremo chi guadagna col music licensing e quali sono le 3 caratteristiche personali per farlo.

Chi guadagna col music licensing?

La stragrande maggioranza di chi fa musica lo fa per dare sfogo ad un’esigenza interiore, una necessità, un bisogno: non si tratta di un dovere, di un lavoro o di un’incombenza da portare a termine per sbarcare il lunario, quanto piuttosto di un piacere da svolgere con passione, connesso molte volte al sogno – perché no – di diventare un artista di successo, ricco e famoso, insomma, una “star”.

Un tempo, il grosso dei proventi di artisti e case discografiche derivava dalla vendita dei CD o dei dischi e, solo in secondo luogo e in modo marginale, dalle licenze d’uso. Oggi, invece, a seguito dei recenti sconvolgimenti del mercato della musica, una sempre più interessante fetta dei proventi musicali proviene proprio dalle licenze di sincronizzazione.

Questo fatto, unito a quello che le tecnologie di produzione musicale si sono velocemente rese “alla portata di tutti”, ha aperto la strada ad una nuova e numerosa schiera di musicisti/compositori che trova nel music licensing una interessante e inaspettata fonte di guadagno.

Questa comunità è fatta da tanti compositori, non necessariamente famosi (anzi, si tratta spesso di compositori per così dire “anonimi” e sconosciuti alle masse), di ogni età, che vivono in diverse parti del mondo, che producono e vendono tracce musicali con lo scopo specifico di essere destinate come sottofondo ad immagini o a video di prodotti multimediali (programmi TV, spot pubblicitari, trailers cinematografici, video aziendali corporate, presentazioni, spot radiofonici, ecc.).

L’aspetto più interessante di questo tipo di comunità e di questo business è che, a differenza del vecchio stereotipo della “star” da palcoscenico, qui non viene richiesto nulla di più del prodotto finito in sé, cioè il pezzo di musica.

Infatti, puoi avere 20 anni, 50 o 75, puoi essere uomo, donna, bianco, nero, italiano, spagnolo, americano, cinese o messicano, puoi avere una bella presenza o anche no, puoi essere una persona di grande compagnia o un timido e introverso, puoi abitare in una grande metropoli o in un paesino sperduto in riva al mare: insomma, indipendentemente da tutti questi aspetti, avrai le stesse possibilità di tutti gli altri purché tu possieda…

Le 3 caratteristiche personali per guadagnare col music licensing

 

  1. una discreta dose di creatività e sensibilità musicale
  2. un minimo di competenze tecniche per produrre brani musicali di buona qualità
  3. un minimo di spudoratezza e intraprendenza per proporti ad un mercato con l’obiettivo di guadagnare

Quelli appena descritti, e che approfondiremo via via, sono tutti aspetti piuttosto importanti: la creatività la devi avere necessariamente tu. Gli altri due (competenze tecniche e spudoratezza) sarebbe meglio che li avessi pure tu, ma se senti di non padroneggiarli sin da subito, puoi impararli gradualmente o, in parte, delegarli.

Esiste poi un’altra competenza strategica che ti consiglio di coltivare…

Devo conoscere l’inglese?

Sì, ma quel tanto che basta perché è una competenza che ti aiuta moltissimo. Se vuoi intraprendere la tua strada di compositore o produttore di musica destinata alle immagini, ti presenterai ad un mercato globale in cui potenziali clienti e operatori del settore lavorano da ogni parte del mondo.

Inoltre, dovrai svolgere alcune attività collaterali alla musica, che necessitano un sufficiente livello di conoscenza della lingua inglese, specialmente di alcuni termini gergali tipici del settore.

Se ti stai allarmando, niente paura: qui non si tratta di prendere una laurea in letteratura inglese antica. Si tratta piuttosto di acquisire quel minimo di dimestichezza con alcuni termini essenziali.

Giusto per fare un esempio emblematico, per consentire di rintracciare un tuo pezzo nell’universo di brani musicali di un grosso catalogo online, è fondamentale che tu impari a descrivere bene la tua musica – in inglese – e ad associarle quelle parole chiave (tag) che meglio ne descrivono le caratteristiche (sempre in inglese), in modo da farti trovare più facilmente da un potenziale cliente interessato. Questo aspetto, che può sembrare banale o di secondaria importanza, può invece fare la differenza tra l’essere trovati o no, con annessa ricompensa!

Oggi, online esistono diversi strumenti che ti possono aiutare a verificare la correttezza dei tuoi testi e delle tue descrizioni, ne cito alcuni:

  • Google traduttore
  • www.WordReference.com
  • www.Grammarly.com

Inoltre, visto che segui questo blog, sei avvantaggiato: in un altro post ti elenco i termini inglesi più importanti, assieme ai loro significati in italiano, così che tu possa destreggiarti più facilmente 😉

Proseguiremo la discussione in un prossimo post 😉

Nel frattempo, hai domande su questo argomento?

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Joseph Arena

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