Ecco come scrivere un pezzo musicale epico

Epic

Hai mai notato che le colonne sonore dei film di supereroi sono spesso molto emozionanti ed incalzanti?

Hanno tutte un sapore grandioso, epico, marziale e, in qualche modo rassicurante.

Come si fa a rendere “epico” un pezzo musicale?

In questo articolo mettiamo insieme gli “ingredienti” che servono.

Si tratta di:

  • MELODIA
  • ARMONIA
  • RITMO
  • ORCHESTRAZIONE

Ma prima di affrontarli ad uno ad uno, per rendere più efficace questo articolo, prenderemo come esempio un pezzo vero e proprio, intitolato “HOPE”, che ho scritto su commissione.

Ecco il testo con le indicazioni di massima che ho ricevuto dal committente:

“L’idea di base è il viaggio, inteso come percorso evolutivo della consapevolezza, deve essere moderatamente epico, ma dal tono interlocutorio; qualcosa che suggerisca che si è forti di esperienze già acquisite, ma il viaggio di ricerca e conoscenza continua verso obiettivi sempre più ambiziosi”. (committente www.armiestrumenti.com)

Puoi ascoltare HOPE dal link a seguire:

MELODIA

Un buon pezzo epico o eroico, deve avere una bella melodia, anche molto semplice, che aiuti l’ascoltatore ad identificarsi con “il tema” dell’eroe. Questa melodia, poi, va ripetuta diverse volte, possibilmente con qualche piccola variazione o modulazione strada facendo. Il tema principale di un pezzo eroico è come l’idea stereotipata di “sentirsi a casa”: deve essere rassicurante, positiva e incoraggiante.

Come ho fatto in “Hope”: ho usato una melodia pacata e morbida, senza grandi salti o spigolosità. Se fai caso, l’ho ripetuta diverse volte fino alla fine.

ARMONIA

Se lo dovessi dire in una parola sola, direi semplicità. Poche dissonanze e poche sorprese. Usa accordi maggiori e minori, al limite, qualche accordo di 4a o 2a per creare quel minimo di aspettativa. Moderatamente, puoi usare qualche modulazione a salire, per rinfrescare l’aria e incalzare l’ascoltatore.

Come ho fatto in “Hope”: innanzitutto ho scelto il tono minore perché rende meglio il senso di drammaticità profonda e marziale che mi serviva. Per il resto le armonie sono quasi tutte piuttosto semplici. Gli accordi sono basati sul giro armonico centrale Cm, Ab, Bb, Gm, G, che poi viene variato e modulato di un tono verso l’alto.

RITMO

Per rendere bene un pezzo epico, secondo me il ritmo deve essere “quadrato”, cioè simmetrico, senza irregolarità o stramberie. Un buon vecchio 4/4 va alla grande.

Inoltre, è bene che l’ossatura ritmica di un brano epico sia “sonorizzata” in modo marziale e robusto con delle percussioni, acustiche o sintetiche che siano. Insomma, si deve sentire pulsare la musica.

Come ho fatto in “Hope”: ho scelto una ritmica binaria, un 4/4. Per creare una certa aspettativa, ad intervalli regolari, la ritmica si interrompe per qualche secondo con annesso senso di suspance. Tipicamente, poi riprende subito dopo, possibilmente rafforzata di volume e di nuove articolazioni di volta in volta.

ORCHESTRAZIONE

Gli strumenti dell’orchestra che rendono un pezzo epico sono ormai piuttosto consolidati:

  • Ottoni: hanno il ruolo di primi attori, corno francese e tromba – soprattutto per il tema – ma anche tromboni e tuba per riempire e irrobustire le armonie. Sono quegli strumenti che ti fanno venire voglia di partecipare al mito, rendono l’eroe desiderabile, virile e affascinante.
  • Archi: è la compagine di violini, viole, celli e contrabbassi, sono la parte “soft” dell’orchestra, diciamo la parte “femminile”, per intenderci. In un pezzo epico aiutano ad ammorbidire la marzialità degli ottoni, aggiungendo la loro classica morbidezza e raffinatezza.
  • Percussioni, orchestrali ed etniche, per marcare il ritmo. Sono l’ossatura temporale del pezzo, ciò che rende tutti sincronizzati ad andare avanti (tamburi, timpani, grancasse, Taiko, ecc.).
  • Coro di voci, più o meno “urlante” di uomini e donne, serve a inserire la voce umana nella musica. Un coro ben assestato dà un senso di universalità al pezzo.
  • Legni: sono flauti, clarinetti, oboi, fagotti, ecc. In genere usati solo come ornamento o abbellimento, d’altra parte sono spesso “sommersi” dal resto dell’orchestra.

Come ho fatto in “Hope”: ho scelto un’orchestrazione classica, ma robusta, con qualche ibridazione elettronica solo sulla ritmica. Dopo un “trenino” d’archi iniziale che serve a creare quel minimo di aspettativa, appare il tema affidato inizialmente ai celli e corno francese e poi via via rinforzato e arricchito da tutta l’orchestra. Ho usato anche il coro, per creare drammaticità e corpo al tema. Gli archi entrano in massa solo verso la fine, riproponendo all’acuto e in 8ve parallele il tema principale. I legni marcano qua e là qualche ornamento ritmico e melodico.

***

Allora, che ne dici di sperimentare anche tu un pezzo epico?

Magari lo puoi postare tra i commenti a questo articolo, dopotutto non è così difficile 😉

Alla prossima,

Joseph Arena

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2 Commenti

  1. diego

    Ciao volevo sapere che testo hai dato al coro ,come l’hai scritto e in base a cosa se possibile.
    ciao e grazie

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    1. Joseph Arena (Autore Post)

      Ciao Diego, in questo pezzo particolare non ho usato un testo preciso, ma delle “sillabe” che mi sembrava suonassero bene assieme… Si tratta di una pratica piuttosto comune in molta produzione che fa uso di un “coro virtuale” 😉

      Replica

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